lunedì 24 giugno 2013

Reddito personale per l'erogazione dell'assegno mensile di invalidità civile



Al fine di contrastare il pericolosissimo orientamento di parte della magistratura di voler assoggettare al reddito coniugale anche l’erogazione dell’assegno mensile di invalidità civile, ho il piacere di indicarvi queste recentissime pronunce della Corte di Cassazione che "propendono" in favore della tesi del reddito personale.

- Cassazione civile, Sez. VI, Ordinanza n° 14347 del 06/06/2013

- Cassazione civile, Sez. VI, Ordinanza n° 13880 del 31/05/2013

- Cassazione civile, Ordinanza n. 8535 del 08/04/2013

Ringrazio l'amico e collega avv. Marco Aquilani di Viterbo (Vt) per la preziosissima segnalazione


Dopo il salto, troverete il testo dell'ordinanza 13880/2013

Carmine Buonomo

Non ci resta che piangere...

Un graditissimo pensiero del caro amico Francesco "Cecco" Dotti. 
Il repertorio completo del celebre artista lo trovate all'indirizzo:


martedì 18 giugno 2013

Giuseppe Sannino: l'Odissea di un vero disabile

Al convegno del 17/06 abbiamo avuto il piacere e l'onore di avere come ospite Giuseppe Sannino, Presidente della Onlus A.N.I.D.A.
Questo è il dossier relativo alla propria odissea personale, gentilmente consegnatoci affinchè potessimo pubblicizzarlo e portarlo a conoscenza dell'opinione pubblica.
Leggete e meditate...

Carmine Buonomo


giovedì 13 giugno 2013

Lunedì 17/06/2013, Convegno / Dibattito sul tema: "Omologa e giudizio di opposizione nel procedimento di A.T.P. ex art. 445 bis cpc"

clicca sull'immagine per ingrandirla

Ricordo a tutti i lettori l'interessantissimo convegno organizzato dalla nostra Associazione in tema di "Omologa e giudizio di opposizione nel procedimento di A.T.P. ex art. 445 bis cpc", che si terrà lunedì 17/06/2013 dalle 11,30 alle 16,30 presso la sala Auditorium del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli

In nostra rappresentanza interverranno, oltre al Presidente avv. Sergio D’Andrea, il Vicepresidente avv. Alessandro Faggiano nonché l’avv. Maria Elena Sassone, componente del Consiglio Direttivo. 

Sarà un'ottima occasione per conoscerci di persona!!! 

P.S. la partecipazione all’evento darà diritto a 5 crediti formativi.

Carmine Buonomo 

giovedì 6 giugno 2013

Invalidità: assegnata la proposta di legge sui limiti reddituali


Il 20 maggio scorso la FISH ha chiesto formalmente alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e a molti Parlamentari di procedere rapidamente all’assegnazione e alla calendarizzazione della proposta di legge n. 538 presentata alla Camera nel marzo scorso.
L’intento della proposta (prima firmataria Margherita Miotto) è raggiungere una interpretazione autentica e una definizione della querelle che riguarda migliaia di pensioni di invalidità.
Come la FISH annota, a causa del sovrapporsi scoordinato di successive normative in materia di provvidenze assistenziali, e a conseguenti interpretazioni contraddittorie di Cassazione (2011 e 2013), chi eroga la pensione (270 euro) agli invalidi civili, e cioè INPS, ha stabilito di non considerare più solo il reddito personale dell’interessato, ma anche quello del coniuge creando assurde e inaccettabili disparità di trattamento. La disposizione era contenuta in una Circolare di fine 2012. Questa decisione, assunta non in forza di una norma del Parlamento, è stata opportunamente, ma solo temporaneamente, sospesa dal Ministero del Lavoro nel gennaio scorso, in attesa di istruttoria il cui esito è incerto.
Notizia di queste ore: la proposta di legge che dovrebbe risolvere in Parlamento, e non già nelle aule di tribunale, la questione è stata formalmente assegnata alla XII Commissione Affari sociali.

martedì 4 giugno 2013

Avvocati e rimborso delle spese generali


Come tutti voi sicuramente saprete, i nuovi parametri ministeriali  di cui al D.M. 140/2012, abrogando la vecchia distinzione tra diritti ed onorari, hanno inesorabilmente eliminato anche il pagamento in favore di noi avvocati delle spese generali (c.d. "rimborso forfetario") sino ad allora calcolato nella misura del 12,5% sulla somma delle due voci.

E’ opportuno, quindi, richiamare l'attenzione di chi legge su un importantissimo aspetto della Legge n° 247 del 31/12/2012 (Nuova disciplina dell'ordinamento professionale forense), che probabilmente è passato inosservato ai più, ed al sottoscritto in primis.

L'art. 13 (Conferimento dell’incarico e compenso), comma 10, della L. 247/2012, in particolare, stabilisce che “ Oltre al compenso per la prestazione professionale, all'avvocato e' dovuta, sia dal cliente in caso di determinazione contrattuale, sia in sede di liquidazione giudiziale, oltre al rimborso delle spese effettivamente sostenute e di tutti gli oneri e contributi eventualmente anticipati nell'interesse del cliente, una somma per il rimborso delle spese forfetarie, la cui misura massima e' determinata dal decreto di cui al comma 6, unitamente ai criteri di determinazione e documentazione delle spese vive”.

Cosa significa? In parole povere che il pagamento delle spese generali, tacitamente eliminato con D.M. 140/2012, è stato successivamente reintrodotto e reso obbligatorio addirittura con Legge dello Stato.

Orbene, poiché la summenzionata normativa è stata pubblicata in G.U. n° 15 del 18/01/2013, questa è formalmente entrata in vigore dal quindicesimo giorno successivo, e precisamente dal 02/02/2013.

Quindi, tutti i provvedimenti giurisdizionali emessi dal 02/02/2013 avrebbero dovuto, necessariamente, includere in nostro favore, oltre alla distrazione dei compensi di causa, anche il rimborso delle spese generali.

In un recentissimo intervento, la Cassazione (Sentenza n° 18518 del 02/08/13) ha stabilito che "l'avvocato ha sempre diritto al rimborso forfetario delle spese generali anche senza una istanza specifica. La mancata liquidazione da parte del giudice è un errore materiale soggetto al procedimento di correzione".

Come calcolare queste spese???

mercoledì 29 maggio 2013

Oliverio (PD): Indennità di accompagnamento ai malati oncologici


Attribuire l’indennità di accompagnamento ai malati oncologici durante il periodo delle cure chemioterapiche e radioterapiche. 

E’ l’obiettivo della proposta di legge a prima firma di Nicodemo Oliverio del Partito Democratico.


Nel testo il primo firmatario democratico fotografa l’attuale scenario attraverso i dati del 3° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici. 

Il rapporto “mette in primo piano la buona notizia delle crescenti possibilità di sopravvivenza al tumore, ma che lancia anche l’allarme su tutta una serie di criticità che affliggono i pazienti oncologici e che creano forti disparità di cura e di qualità della vita tra malati”, si legge nel testo.

Di qui la necessità ad approvare il provvedimento che consente ai malati di tumore di poter usufruire, per il periodo delle cure chemioterapiche, dell’assegno di accompagnamento. 

L’indennità di accompagnamento, specificano i firmatari della proposta, “è riconosciuto – per esplicito dettato legislativo – a chi è «non deambulante» o a « coloro i quali non possono svolgere gli atti quotidiani della vita”, vale a dire tutte quelle azioni elementari che rendono il soggetto in questione bisognevole di assistenza.

venerdì 24 maggio 2013

Doppia contribuzione (Gestione Separata e Commercianti): Sentenza del Tribunale di S.Maria C.V. che dichiara l'obbligo dell'iscrizione in una sola gestione

Allego interessantissimo precedente giudiziario del Tribunale di S.Maria C.V. nel quale, in una causa da me patrocinata, il magistrato ha dichiarato il ricorrente tenuto all'iscrizione nella sola gestione dove svolge l'attività prevalente.

martedì 21 maggio 2013

All'esame della Camera due proposte di Legge relative alle prestazioni economiche di invalidità civile

 
La XVII legislatura inizia con l'esame di due proposte di legge relative alle prestazioni economiche per gli invalidi civili.

La prima proposta di legge è di iniziativa popolare e viene all'esame della Camera - a seguito della raccolta di firm
e patrocinata dall'Anmic nel 2008 - e mira all'incremento dei trattamenti economici a favore degli invalidi civili.
La proposta di legge di iniziativa popolare reca il n. 1 nell’ordine dei disegni presentati alla Camera dei Deputati èd stato assegnato alla 12° Commissione Affari sociali il 7 maggio 2013.

La seconda proposta di legge, di iniziativa parlamentare (firmataria l’onorevole Margherita Miotto e registrata con il n. 538 agli Atti della Camera), concerne invece l'irrisolta questione del computo del tetto di reddito per il diritto all'assegno mensile di assistenza (art. 13 L. 118/1971) e la pensione di inabilità (art. 12 L. 118/1971) e mira ad escludere dal calcolo l'eventuale reddito percepito da altri membri del nucleo familiare dell'invalido.
Nel sito Fish vengono fornite ulteriori informazioni:

domenica 19 maggio 2013

Il Forum ha raggiunto la soglia degli 800 utenti registrati... Ma non li dimostra!!!


Il Forum ha raggiunto un nuovo, inimmaginabile, record... 800 utenti registrati, con una media giornaliera di oltre 1500 visitatori... Grazie a tutti per la stima dimostrata... L'avventura continua!!!
Carmine Buonomo

venerdì 3 maggio 2013

Pensione di reversibilità, riparto della pensione tra coniuge superstite e coniuge divorziato e decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso. Tribunale Milano 20 marzo 2013


Tribunale Milano 20 marzo 2013 - Pres. Servetti - Est. Buffone.


Pensione di reversibilità – Riparto della pensione tra coniuge superstite e coniuge divorziato – Sentenza del tribunale – Decorrenza della decisione – Dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso – Sussiste (art. 9, comma III, L. 898/1970).

Nel caso di concorso del coniuge superstite con quello divorziato, il diritto alla quota di reversibilità deve farsi decorrere dal primo giorno del mese successivo al decesso del coniuge assicurato o pensionato. Tale decorrenza nasce, per entrambi, nei confronti dell'ente previdenziale erogatore, onde a carico soltanto di quest'ultimo, e non anche del coniuge superstite che, nel frattempo, abbia percepito per intero e non "pro quota" il trattamento di reversibilità corrisposto dall'ente medesimo, debbono essere posti gli arretrati spettanti al coniuge divorziato (sul trattamento anzidetto in proporzione alla quota riconosciuta dal giudice), a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso dell'ex coniuge, salva ovviamente restando la facoltà per l'ente previdenziale di recuperare dal coniuge superstite le somme versategli in eccesso» (Cass. Civ., sez. I, sentenza 31 gennaio 2007 n. 2092). (Giuseppe Buffone)

Fonte: IL CASO.IT

martedì 30 aprile 2013

Controversie ex lege 210/92: ribadita la legittimazione passiva del Ministero della Salute (Cassazione, sentenza 4836/2013)


La sentenza qui commentata riguarda la vexata quaestio della legittimazione passiva in tema d’indennizzo ex lege n. 210/92, indennizzo che si configura quale diritto soggettivo ad una prestazione economica a carattere assistenziale (Cass. sez. un., n. 10418/2006), riconosciuto a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie o di emotrasfusioni e somministrazioni di emoderivati. 

Invero, qualche anno dopo l’introduzione del suddetto beneficio, le funzioni ed i compiti in materia di indennizzo furono trasferiti dal Ministero della Salute alle Regioni e, talvolta, le leggi regionali operarono un ulteriore trasferimento delle funzioni amministrative alle aziende sanitarie locali. 

Spina bifida: errata valutazione medico legale e risarcimento del danno (Cassazione civile, 22 marzo 2013, n. 7269)



LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE
Cassazione civile sez. III, 22 marzo 2013, n. 7269


Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BERRUTI Giuseppe Maria - Presidente -
Dott. AMENDOLA Adelaide - rel. Consigliere -
Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere -
Dott. BARRECA Giuseppina Luciana - Consigliere -
Dott. SCRIMA Antonietta - Consigliere -

ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 17367/2007 proposto da:

P.P. e G.M.C. - ricorrente -

contro

AZIENDA USL N. (OMISSIS), C.P.; - intimati


sul ricorso 20799/2007 proposto da:

C.P. - ricorrente -

contro

G.M.C., P.P., AZIENDA USL N. (OMISSIS); - intimati 

avverso la sentenza n. 222/2007 della CORTE D'APPELLO di FIRENZE, depositata l'08/02/2007, R.G.N. 1570/03;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 15/02/2013 dal Consigliere Dott. ADELAIDE AMENDOLA;

udito l'Avvocato MARCO PASTACALDI;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BASILE Tommaso, che ha concluso per l'accoglimento di entrambi i ricorsi.

FATTO
Il (OMISSIS) la signora G.M.C., in stato di gravidanza, si rivolse al Dott. C. per un controllo della gestazione. Un nuova visita ebbe luogo il successivo (OMISSIS), allorchè fu eseguita anche una ecografia, senza che venisse rilevata alcuna anomalia. Il (OMISSIS), infine, nacque il piccolo M., che risultò affetto dalla patologia denominata spina bifide.

Con citazione notificata il 30 aprile 1997 P.P. e G. M.C., in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sul figlio M., convennero in giudizio innanzi al Tribunale di Lucca, il Dott. C., allegando la responsabilità dello stesso per la mancata, tempestiva diagnosi delle malformazioni fetali, la quale aveva impedito alla gestante di esercitare il diritto di chiedere l'interruzione della gravidanza, secondo le prescrizioni della L. n. 194 del 1978, art. 6.

venerdì 26 aprile 2013

Decine di immigrati ricevevano pensioni senza averne diritto


Avezzano. Avevano falsamente stabilito la propria residenza in Italia e sfruttando la famosa legge del governo Prodi del 2007, dichiaravano all’INPS redditi minimi per potere accedere all’assegno sociale di sostentamento.

In realtà si trattava di stranieri (marocchini, libanesi, siriani, dominicani, iraniani, venezuelani e macedoni) provenienti da Paesi extra-UE dichiaratamente residenti in Italia da almeno 10 anni. I finanzieri della Compagnia di Avezzano li hanno denunciati per truffa ai danni dello Stato, unitamente ai loro parenti/amici, da essi delegati a riscuotere gli assegni in Italia. Sono stati bloccati/recuperati dalla Guardia di Finanza 411mila eur indebitamente percepiti.

Ma il fenomeno dei falsi residenti stranieri genitori di altri immigrati presenti in Italia, è molto diffuso e sfrutta una legge vergogna che permette a chi non è Italiano e non ha mai lavorato in Italia, di percepire la pensione sociale per il solo fatto di risiedervi ed essere over 65.

giovedì 18 aprile 2013

Indennità di accompagnamento in caso di ricovero in Istituto (Messaggio INPS n° 18291/2011)

Viste le richieste che ricevo pressochè quotidianamente in merito alla compatibilità tra indennità di accompagnamento ed il ricovero ospedaliero a breve degenza, allego  l'illuminante messaggio INPS n° 18291/2011 nel quale, tra le altre informazioni, si evince che ... "di tutti i periodi di ricovero, ai fini della sospensione dell'indennità di accompagnamento, si terrà conto soltanto di quelli pari o superiori ai 30 giorni".    

giovedì 11 aprile 2013

L'indennità di accompagnamento spetta anche in caso di ricovero in un ospedale pubblico (Cassazione, sentenza 2270/2007)


La perdita del diritto all’indennità di accompagnamento prevista dall’art. 1 della Legge n. 18/1980 per gli invalidi civili per i periodi durante i quali gli stessi siano ricoverati gratuitamente in una struttura pubblica non è più tassativa nel caso che il ricovero sia avvenuto in un ospedale pubblico che non sia in grado di assicurare oltre alle cure mediche una assistenza completa, anche di carattere personale, continuativa ed efficiente in ordine a tutti gli atti quotidiani della vita del ricoverato.


Lo ha stabilito la sentenza n. 2270/2007 della Corte di Cassazione – Sezione Lavoro che ha accolto il ricorso avanzato dal familiare di una invalida il quale era stato condannato dal tribunale di Verona a restituire all’INPS quanto riscosso a titolo di Indennità di Accompagnamento in qualità di tutore della figlia dal 1 Febbraio 1995 in poi durante il ricovero gratuito in via permanente della figlia presso la struttura pubblica dell’Ospedale.

mercoledì 10 aprile 2013

Pensioni di inabilità, Associazioni e sindacati insieme: "il reddito del coniuge non deve contare"


Incontro a Roma fra i responsabili di dieci sigle fra sindacati e associazioni rappresentative delle persone con disabilità: verrà predisposto un testo normativo per chiarire che il reddito di riferimento per la pensione è solo quello personale


L'unica soluzione possibile e definitiva per risolvere la questione della considerazione del reddito del coniuge per le pensioni di invalidità civile è la predisposizione di un testo normativo interpretativo che precisi che anche per gli invalidi totali il reddito da considerare ai fini della concessione della provvidenza economica è solo quello del beneficiario. A confermarlo sono le associazioni e i sindacati che oggi hanno partecipato, presso la sede nazionale dell'Anmic (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili), ad un confronto sulle problematiche connesse alle recenti sentenze della Corte di Cassazione che, ai fini della concessione della pensione di inabilità agli invalidi civili totali, ritengono che si debba far riferimento non solo al reddito del beneficiario ma anche a quello del coniuge.

Domanda di invalidità civile e visita domiciliare: chiarimenti

Impossibilità originaria a presentarsi a visita
Nel caso in cui l'interessato non possa essere trasportato alla visita di accertamento dell'invalidità civile per motivi di salute è possibile fare richiesta per la visita domiciliare. 
Tale richiesta dovrà essere compilata dal medico di famiglia al momento di redigere il certificato su apposito modello, dove è specificato che: "...la persona è in condizioni di intrasportabilità necessitando di visita domiciliare".


Impossibilità sopravvenuta a presentarsi a visita
Qualora, invece, subentri successivamente alla presentazione della domanda, l'impossibilità di presentarsi a visita ambulatoriale e sussistano le condizioni per richiedere la visita domiciliare, il medico abilitato a rilasciare il certificato introduttivo deve compilare ed inviare (sempre per via telematica) il certificato medico di richiesta di visita domiciliare, almeno 5 giorni prima della data già fissata per la visita ambulatoriale.

Per esempio: nel caso l'interessato abbia presentato normale domanda di visita di accertamento e in seguito la patologia sia peggiorata, sia subentrata un'altra infermità o qualsiasi situazione abbia compromesso la sua salute non permettendo lo spostamento in ambulatorio, è possibile fare richiesta di visita domiciliare.