Data l’importanza e soprattutto la gravità di quanto accaduto, invitiamo tutti a dare massima diffusione al presente articolo tramite i propri profili social.
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In una fase storica in cui si
paventa una quarta ondata di covid 19 e le istituzioni addirittura ricorrono
all’introduzione del green pass per regolamentare ovunque gli accessi, il nuovo
Ufficio di Presidenza del Tribunale di Napoli Nord, in dispregio a qualsivoglia
regola di buon senso e di sicurezza, ben ha pensato di “centralizzare” le
visite CTU in materia previdenziale ed assistenziale.
Grande stupore e sconcerto,
infatti, ha suscitato nell'Avvocatura la constatazione che il Presidente
del suddetto Tribunale, Dott. Luigi Picardi, figura istituzionale che dovrebbe
garantire la parità di condizioni tra le parti processuali, abbia ritenuto di
stipulare un protocollo di intesa, che di fatto riscrive le modalità di
svolgimento del processo previdenziale, con una sola delle parti del processo (INPS),
senza neanche ritenere di dover preventivamente informare le altre parti
interessate - cioè l'Avvocatura, che difende i diritti dei cittadini, e
l'Ordine dei medici, che rappresenta i consulenti incaricati dal Tribunale di
svolgere le operazioni di accertamento sanitario.
In tal modo si è palesato
del tutto che il vero intento di tale accordo non sia quello di rendere più
efficiente e produttivo il processo previdenziale, bensì solo quello di
sbilanciarne ulteriormente le sorti ulteriormente a favore della parte pubblica ed a danno dei cittadini - anziani, disabili e pensionati -
propagandando tale operazione dietro fantomatiche finalità di efficienza e
produttività le quali, al contrario, ne verrano definitivamente travolte.
A tal uopo, infatti, ci si
domanda come il Presidente Picardi possa ritenere che sostituire le centinaia
di studi medici privati dei consulenti nominati dal Tribunale - dotati di tutte
le attrezzature mediche ed informatiche necessarie per lo svolgimento di un
processo oramai esclusivamente telematico, nonché del personale medico e di
assistenza proprio del singolo consulente - con soli 8 gabinetti medici
concessi dalla ASL di Caserta - forniti di non si sa quale attrezzatura medica
ed informatica e privi di personale infermieristico ed organizzativo - nei
quali si dovrebbero avvicendare quotidianamente centinaia e centinaia di parti
coinvolte nel processo (CTU, periziandi, medici di parte, accompagnatori ed
avvocati), con tutti gli inevitabili ritardi per la sanificazione ed
igienizzazione dei locali dopo ogni visita, oltre agli immaginabili disguidi e
disorganizzazioni, possa comportare dei reali ed effettivi benefici in termini
di efficienza e produttività del processo.
Appare evidente, infatti, che
tale situazione non potrà che determinare un inevitabile ulteriore
"imbuto" nell'iter di svolgimento del processo, che non potrà che
dilatare in maniera esponenziale i già intollerabili tempi della giustizia, come
già dimostrato dalla fallimentare esperienza del Tribunale di Santa Maria Capua
Vetere, ove l'introduzione di un analogo sistema di centralizzazione delle
perizie tecniche ha comportato un incredibile allungamento dei tempi di
convocazione a visita medica, i quali, dagli originari 20/30 giorni dal
conferimento dell'incarico da parte del magistrato (tempi che oggi si
registrano anche al Tribunale di Napoli Nord), si attestano oggi in tempi che
superano addirittura 1 ANNO dal conferimento dell'incarico peritale,
con un inaccettabile ulteriore implementazione dei già lunghissimi tempi
processuali, in un settore in cui la richiesta di giustizia, provenendo da
parte dei soggetti più deboli della società (anziani, disabili e pensionati),
assume i contorni di maggiore urgenza ed emergenza.
Di fronte all'attuale contingenza politica, in cui si sta discutendo di una riforma della giustizia finalizzata a contenere i troppo lunghi tempi di durata dei processi, il provvedimento in questione va proprio nella direzione opposta alle finalità assunte dal Governo, e sarebbe interessante conoscere sulla base di quali dati statistici e studi di settore il Presidente Picardi abbia ritenuto che tale sistema possa comportare un accorciamento dei tempi di effettuazione delle perizie, i quali oggi, grazie alla collaborazione ed all'impegno delle centinaia di consulenti medici privati nominati dal Tribunale, si attestano - lo ribadiamo - su soli 20/30 giorni dal conferimento dell'incarico, e che, al contrario, saranno inevitabilmente destinati ad allungarsi in maniera esponenziale, con un evidente enorme danno a carico dell'utenza e della collettività tutta.
Per quanto riguarda,
inoltre, l'ulteriore obiettivo che tale accordo si vanta di perseguire, cioè il
raggiungimento del pieno contraddittorio tra le parti, ci limitiamo a rilevare
che LA PIENEZZA DEL CONTRADDITTORIO TRA LE PARTI SI REALIZZA IN AULA ED ALLA
PRESENZA DEL MAGISTRATO INCARICATO, ed è già totalmente garantita dalle vigenti
norme codicistiche all'uopo dettate in materia, senza che si sia mai sentita
alcuna esigenza di un intervento correttivo in materia da parte del Legislatore.
A tal uopo, peraltro, proprio con
riferimento allo svolgimento degli accertamenti sanitari, si rammenta che LA
NORMATIVA SPECIALE IN VIGORE (ART. 38, CO. 8, L. 111/2011) GIÀ PREVEDE
ESPRESSAMENTE UN TRATTAMENTO DI FAVORE NEI CONFRONTI DELLA PARTE PUBBLICA,
DISPONENDO ALL'UOPO CHE A PENA DI NULLITÀ – ANCHE IN CASO DI MANCATA
COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELL’ENTE PUBBLICO - IL CTU INFORMI L'INPS CON 15
GIORNI DI PREAVVISO DEL LUOGO, DELLA DATA E DELL'ORARIO DI SVOLGIMENTO DELLE
SUDDETTE OPERAZIONI, E CIÒ PROPRIO AL FINE DICHIARATO DI CONSENTIRE ALL'ENTE
PUBBLICO DI ORGANIZZARE TEMPESTIVAMENTE L'ATTIVITÀ DEI PROPRI CONSULENTI MEDICI
GARANTENDONE LA PIENA PARTECIPAZIONE ALLE OPERAZIONI DI ACCERTAMENTO MEDICO.
In realtà, alzando il velo su
tale vicenda, appare evidente che l'unico reale obiettivo perseguito dal
provvedimento presidenziale sia solo quello di permettere ai consulenti medici
dell'Istituto di presenziare a tutti gli accertamenti sanitari, rimanendo
comodamente ad aspettare in un unica sede che innanzi a loro sfilino
avvicendandosi tutte le parti coinvolte nei processi previdenziali - CTU,
medici di parte, periziandi ed avvocati - senza dover distribuire i propri
consulenti sul territorio, come normalmente avviene in tutti i Tribunali della
Repubblica.
Tale situazione, tuttavia,
tenendo conto del fatto che una percentuale infinitesimale dei privati cittadini coinvolti nel
processo previdenziale - lo ribadiamo, anziani, disabili e pensionati - è
fornito dei mezzi finanziari per potersi consentire un consulente medico di
parte che ne difenda i diritti, non potrà che creare un ulteriore
sbilanciamento delle sorti del processo previdenziale a favore della parte
pubblica - non a caso l'unica convocata a sottoscrivere il protocollo da parte
della presidenza del Tribunale di Napoli Nord - ed ad ulteriore danno dei
privati cittadini - i cui rappresentanti, non a caso, non sono stati neanche
informati della vicenda, apprendendola dagli organi di stampa - e ciò con buona
pace dei propositi di pieno contraddittorio tra le parti.
Non può non rilevarsi, altresì,
che, al di là del fatto che ci si domanda perchè la Presidenza del Tribunale di
Napoli Nord, da sempre afflitta dalle endemiche carenze di personale e mezzi
economici, distolga le poche risorse a propria disposizione per la creazione di
quello che si prospetta di fatto come un nuovo polo sanitario pubblico, appare
quantomeno singolare che, IN UN EPOCA DI PANDEMIA, IN CUI TUTTI GLI
SFORZI GOVERNATIVI SONO ORIENTATI A CONTINGENTARE L'ACCESSO ALLE STRUTTURE
SANITARIE PUBBLICHE ED EVITARE GLI ASSEMBRAMENTI, UN ORGANO DI TALE RILIEVO
ISTITUZIONALE ADOTTI UN PROVVEDIMENTO CHE, AL CONTRARIO, CENTRALIZZA GLI
ACCERTAMENTI SANITARI PRESSO UN'UNICA SEDE, DETERMINANDO UN'INEVITABILE
CONFLUENZA QUOTIDIANA DI CENTINAIA DI PERSONE, APPARTENENTI PER LO PIÙ ALLE
CATEGORIE DEI SOGGETTI "FRAGILI" (ANZIANI E MALATI), NEI MEDESIMI
LOCALI DELLA ASL DI CASERTA, CON LA CREAZIONE DI INEVITABILI ASSEMBRAMENTI ED
IL PROBABILE ULTERIORE AUMENTO INCONTROLLATO DEL RISCHIO DI CONTAGIO DA
COVID-19.
E CIÒ A NON CONSIDERARE CHE
L'EVENTUALE MALAUGURATA IPOTESI DI RISCONTRATA POSITIVITÀ ANCHE DI SOLO UN
SOGGETTO TRANSITANTE NEI SUDDETTI LOCALI DETERMINEREBBE L'INEVITABILE CHIUSURA
DELL'INTERA STRUTTURA SANITARIA, CON LA CONSEGUENTE TOTALE PARALISI DELLO
SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI PERITALI DELL'INTERO TRIBUNALE DI NAPOLI NORD.
TALE PROVVEDIMENTO ASSUME QUINDI INQUIETANTI RISVOLTI SOTTO VARI PUNTI DI VISTA:
1) PER QUANTO RIGUARDA I RILEVANTISSIMI ED INGIUSTIFICATI COSTI PUBBLICI (DI CUI È STATA GIÀ PREDISPOSTA UNA SEGNALAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI), SIA A CARICO DEL TRIBUNALE (OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA ED IGIENE DEL LAVORO DEI LUOGHI E DEI SOGGETTI CHE PARTECIPERANNO AGLI ACCESSI PERITALI: ART. 3 CONTRATTO DI COMODATO) SIA A CARICO DELL’ASL CASERTA (SPESE DI PULIZIA , ONERI RELATIVI ALLE UTENZE E SPESE DI PERSONALE PER GARANTIRE L’ACCESSO AI LOCALI ANCHE AL DI FUORI DEGLI ORARI D’UFFICIO: ART. 2 CONTRATTO DI COMODATO);
2) PER QUANTO RIGUARDA I RISVOLTI CIVILISTICI E PENALISTICI RELATIVI AD UN PROTOCOLLO DI INTESA PRESO – SI RIBADISCE - CON UNA SOLA PARTE PROCESSUALE, DAL MOMENTO CHE IL TRIBUNALE È CHIAMATO A GIUDICARE E NON È CERTAMENTE DEPUTATO AD ORGANIZZARE IL LAVORO ALTRUI;
3) PER QUANTO ANCORA RIGUARDA LA RESPONSABILITÀ CIVILE E PENALE DEI SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL PROTOCOLLO, QUALORA L'IMMOTIVATA “CENTRALIZZAZIONE” DELLE VISITE IN PIENA EPOCA COVID DOVESSE COMPORTARE UN FOCOLAIO DI INFEZIONE E NELLE IPOTESI PEGGIORI, EVENTUALI RICOVERI IN T.I. E DECESSI, TRATTANDOSI DI ANZIANI E SOGGETTI FRAGILI.
In conclusione, pertanto, la
Camera Previdenziale di Napoli e l’avvocatura tutta stigmatizza con forza le
modalità ed i contenuti del provvedimento presidenziale in questione, il quale,
nonostante gli sbandierati obiettivi di efficienza e produttività, non potrà
che comportare ulteriori danni a carico delle fasce più deboli della
popolazione e della collettività tutta e, per tale motivo, le chiede
gentilmente di poter dare spazio alla presente replica, affinché venga
ristabilita la verità dei fatti e venga correttamente informata la vasta
collettività dell'area di competenza circa i pericoli ed i rischi che tale
provvedimento non potrà che arrecare all'effettività e celerità della tutela
dei loro diritti.
Su Il Mattino di Caserta del
giorno sabato 31 luglio 2021 la risposta della Camera Previdenziale Napoletana al
Comunicato Stampa del 28/07/2021 e soprattutto all’articolo apparso sulla
stessa testata con cui si “sbandierava” ai quattro venti l’avvenuto accordo
unilaterale.
Sul punto l’amico e collega avv.
Massimo Mazzucchiello del foro di Napoli, che ringraziamo per la sua immensa
professionalità e dedizione alla causa, ha predisposto l’allegata ISTANZA
PER LA DISAPPLICAZIONE INCIDENTALE EX ART. 5 L. 2248/1865 (CON TRE FILES DA
ALLEGARE, CHE TROVERETE IN CALCE AL PRESENTE ARTICOLO), ampiamente motivata e documentata, che invitiamo a
trasmettere nel fascicolo telematico nel momento in cui un CTU dovesse
comunicare l’accesso peritale presso l’ASL di Aversa.
Lo stesso collega Mazzucchiello
ha anche già predisposto il ricorso per Cassazione nell' "interesse della
legge" ex art. 363 cpc con cui impugneremo l’eventuale e denegata prima ordinanza di
rigetto di questa istanza di disapplicazione incidentale (peraltro preannunciato
nell'istanza stessa).
Ulteriori forme di protesta che
verranno poste in essere, anche al fine di far conoscere all’opinione pubblica
i risvolti di questa gravissima situazione, verranno ovviamente di volta in
volta comunicati sul sito nonché sulle nostre pagine social.
Carmine Buonomo
LINK AL COMUNICATO DELLA CAMERA PREVIDENZIALE NAPOLETANA
(download)
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