“Vista la richiesta dell’Inps al Presidente del
Tribunale di Napoli Nord di centralizzazione delle operazioni peritali”…… così
inizia il protocollo di intesa sottoscritto lo scorso novembre tra INPS,
Presidenza del Tribunale Napoli Nord ed ASL con la quale quest’ultima metteva a
disposizione dei locali siti in Aversa per consentire l’accentramento peritale:
in pratica, per agevolare la partecipazione dell’INPS con propri consulenti, l’ASL
ha messo a disposizione del Tribunale i suoi locali, aperti al pubblico
giudiziario dalle 14 alle 18 per l’espletamento delle operazioni medico legali
nelle controversie ex art. 442 e 445 bis cpc.
A seguito di tale convenzione, sono gli stessi magistrati che stabiliscono il giorno ed il luogo delle
operazioni peritali presso il gabinetto medico dell’ASL dove i loro consulenti
di fiducia debbono espletare le operazioni peritali, secondo un calendario
tenuto a loro disposizione in udienza con il limite massimo di otto consulenze
per ciascun giorno.
L’Unione Italiana Forense (UIF) sezione di Napoli
Nord, venuta a conoscenza della
convenzione (solo perché alcuni iscritti avevano notato che i c.t.u. avevano
già fissato le consulenze presso i gabinetti medici dell’ASL) ha immediatamente inviato un
documento al COA di Napoli Nord, alla Presidenza del Tribunale ed altri enti,
sollevando le critiche al provvedimento, in considerazione dell’esperienza
negativa presso altri Tribunali che hanno dilatato i tempi di definizione dei
giudizi di ATP; chiedeva, quindi, un immediato incontro con la Presidenza del
Tribunale, tenuto conto che il protocollo di intesa era stato adottato senza il
parere del COA e delle Associazioni degli Avvocati e dei disabili.
Immediatamente si è attivato anche il COA di Napoli
Nord, il quale, con delibera, ha chiesto l’immediata sospensione del protocollo di intesa, sollecitando un incontro
con la Presidenza per una definizione del caso.
Va dato atto alla Presidenza del Tribunale di
Napoli Nord di aver immediatamente rimediato all’errore di aver sottoscritto un
protocollo solo con una parte processuale (INPS) avente ad oggetto lo
svolgimento delle operazioni peritali in materia previdenziale in cui parti
attive sono proprio i soggetti esclusi dal protocollo (medici – ctu ed
avvocati); errore ovviamente politico anche se (discutibilmente) corretto dal
punto di vista giuridico.
La Presidenza ha, quindi, ha convocato tutte le parti che avevano manifestato
contrarietà al provvedimento, UIF compresa, aprendo un tavolo permanente sulla
questione al fine di risolvere insieme le eventuali criticità al sistema,
provvedendo a sospendere le visite
disposte presso la ASL; ha anche proposto un nuovo “protocollo” di intesa tra
Presidenza, INPS, medici ed avvocati sull’accentramento peritale, al fine di
concordare insieme le modalità di svolgimento delle visite medico legali presso
la sede ASL di Aversa.
Chiariamo
subito che la UIF, come deliberato anche nell’assemblea degli iscritti, è
contraria all’accentramento peritale, in quanto non fa altro che costituire un ulteriore
privilegio in capo all’Istituto con costi a carico del cittadino, a danno anche
della certezza sui tempi del processo.
Non ci si vuole dilungare sui privilegi che la legge
già accorda all’istituto in materia di esecuzioni e/o prescrizione e decadenze;
soffermiamoci solo sulle norme che prevedono l’obbligatorietà della
partecipazione dell’INPS alle operazioni peritali in materia di invalidità
civile.
A differenza da quanto previsto del codice di
procedura civile, nelle cause in materia di invalidità civile è previsto
l’obbligo per il ctu di comunicare all’INPS, almeno 15 giorni prima, la data di inizio delle operazioni peritali al fine di permettere
all’istituto di partecipare con dei suoi consulenti; addirittura, la
comunicazione è obbligatoria anche se l’Inps è contumace ed eventuali vizi
possono essere rilevati, anche d’ufficio, dal Giudice e comportano la nullità
delle consulenza ex art. 195 III comma cpc.
Inoltre, l’Inps ha stipulato convenzioni con
l’ordine dei medici fornendo agli iscritti un pin per accedere al “portale del
ctu”: lo scopo, palesato dalla circolari INPS, “è quello di instaurare una
comunicazione diretta tra i medici CTU e i medici CTP dell’Inps; in questo modo
il CTU medico-legale potrà inviare direttamente all’Inps i dati relativi alle
operazioni peritali in fase di svolgimento e la bozza della relazione peritale,
ricevere le osservazioni del medico CTP Inps e verificare anche la situazione
dei pagamenti a lui dovuti secondo le disposizioni del giudice”.
A fronte delle prerogative legislative (che rendono pressoché
impossibile che l’INPS sia all’oscuro di una ctu in materia previdenziale), ci
si chiede, in primo luogo, se sia necessaria un’ulteriore spesa per la
collettività al fine di permettere “comodamente”
ai consulenti di parte dell’istituto di partecipare alle operazioni peritali;
in secondo luogo, se il sistema dell’accentramento garantisce le esigenze di
celerità previste dal procedimento per ATPO.
La UIF ha già manifestato le proprie perplessità in
ordine alla celerità dei procedimenti che sarebbero ulteriormente compromesse
in un Tribunale, come quello di Napoli Nord, in cui mancano uomini e mezzi;
bisogna dar atto degli sforzi dei magistrati della sezione Lavoro che hanno
ridotto notevolmente i tempi di definizione di giudizio (secondo i dati forniti
dalla Presidenza), ma è d’obbligo chiedersi se vale la pena di vanificare tali
sforzi solo ed esclusivamente per accontentare le esigenze dell’INPS.
Le perplessità nascono dall’esperienza (negativa)
attualmente esistente presso il Tribunale di Nola e Santa Maria Capua Vetere,
dove i tempi di attesa di una visita peritale da espletarsi presso le strutture
decentrate, dopo il giuramento del ctu, variano dai 6 ai 9 mesi; il protocollo
redatto dalla Presidenza, prevede (a regime) lo svolgimento di 8.000 consulenze
l’anno (lavorando anche nei festivi e nei mesi estivi) ovvero un numero di
consulenze pari al numero di cause assistenziali iscritte a ruolo, opposizioni
comprese.
Ma se dovesse succedere qualche intoppo, quali
sarebbero i tempi? È vero che il protocollo ed il tavolo permanente proposto
dalla Presidenza servono proprio a
risolvere le eventuali problematiche che dovessero sorgere in corso d’opera;
ma,ribadiamo: è proprio necessario tutto questo dispendio di energie solo per
favorire una ulteriormente una parte processuale già di per sé “privilegiata”
dalla legge? Siamo certi, poi, che gli inconvenienti possono essere risolti
facilmente?
Altre perplessità sono legate anche ai dubbi circa l’idoneità della
sede ASL a svolgere le consulenze; vi è il timore fondato che le ctu possano subire
la stessa sorte delle visite svolte dalle ASL in sede amministrativa: è noto
che (per la maggior parte dei casi) presso le ASL, le visite medico legali, in
tema di invalidità, vengono effettuate solo visionando la documentazione medica
senza che vengano effettivamente controllate le condizioni di salute degli
aspiranti invalidi (soprattutto quando si tratta di indennità di
accompagnamento); una volta identificato l’invalido e raccolte le carte
(operazione che non richiede più di 15/20 minuti) il tutto viene trasferito
alla Commissione INPS che formula il giudizio finale.
Il protocollo per l’accentramento peritale, prevede
che per ogni consulenza un limite massimo di 30 minuti: ma siamo certi che
questo sia un tempo sufficiente per l’espletamento della una ctu previdenziale?
È pur vero che alcuni “noti” consulenti sono soliti fissare accessi medico
legali a distanza di 15 minuti ciascuna ma , in sede giudiziaria, ci si aspetta
un esame più approfondito delle condizioni di salute del ricorrente rispetto a
quello espletato in sede amministrativa.
L’accentramento peritale, svolto in luoghi che già
sappiamo essere privi di strumenti (computer, stampanti, separè
per la privacy, bilance pesapersone, misuratori di pressione, visualizzatori
per le radiografie, ecc), possono garantire un’accurata indagine medico
legale?
Se volessimo dilungarci oltre, sicuramente ci
sarebbero ulteriori i criticità del sistema che possono sfuggire anche agli scriventi
ma che comunque confermano quanto sia inopportuno l’accentramento peritale, in
termini di costi per la collettività e di tempi per la definizione dei giudizi.
Ma se la Presidenza del Tribunale ha già preso in
comodato i locali dell’ASL, difficilmente farà un passo indietro: ora resta
solo da stabilire se subire passivamente un provvedimento della Presidenza (come
accaduto per il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e Nola) oppure
partecipare alla sottoscrizione di un protocollo che disciplina le modalità
dell’espletamento delle operazioni peritali all’ASL.
E su questo deve decidere solo il COA di Napoli
Nord in rappresentanza dell’avvocatura e delle Associazioni.
F.to Il Presidente avv. Gaetano Irollo
F.to Il Segretario avv. Carmine Buonomo
Chiedo al tribunale di Napoli di controllare L'ANDAMENTO DELLA SIGNORA FRANCO CARTERINA VISTO CHE ALCUNE PERSONE TIPO I SIGNORI BARLETTA MALEDICENT=SIG MONTINI SONO implicati nella morte dei miei figli
RispondiEliminaAccertamento riguardante la signora franco Caterina in riguardo alla sua sicurezza della sua persona e figli
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