martedì 26 dicembre 2017

Tabelle 2018 importi pensioni / limiti di reddito (Circolare INPS n° 186 del 21/12/17)

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Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell'inflazione e del costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche.


Per il 2018 importi delle provvidenze e limiti reddituali sono stati fissati dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell'INPS con Circolare n° 186 del 21/12/2017.

Con l'aumento dell'inflazione, gli importi delle prestazioni tornano a crescere dell'1,1% rispetto al 2017.

A seguire le tabelle, liberamente scaricabili in formato .pdf


Carmine Buonomo






martedì 12 dicembre 2017

Finalmente la Cassazione limita, di fatto, la possibilità per il giudice di compensare integralmente le spese di lite in caso di spostamento della decorrenza (Cassazione, ordinanza n° 24956/2017)


Già in tempi non sospetti (si veda questo mio articolo al seguente LINK) ebbi modo di affrontare l'argomento della compensazione delle spese di lite in caso di spostamento della decorrenza, prospettando una semplicissima soluzione che, a mio avviso, ci avrebbe aiutati a risolvere definitivamente il problema.

La compensazione integrale delle spese di giudizio nel caso di spostamento della decorrenza dello stato invalidante, com’è noto, trae origine da un orientamento giurisprudenziale della Cassazione. 

In particolare, la motivazione addotta nella quasi totalità dei suddetti provvedimenti è, in linea di massima, la seguente: “l’insorgere del diritto nel corso del giudizio induce a compensare le spese di lite (cfr. Cass. Sez. 6 - L, Ordinanza n. 7307 del 30/03/2011)”. 

E’ importante sottolineare, però, nel luglio 2011 il legislatore è intervenuto sui criteri di liquidazione dei compensi nelle controversie di natura previdenziale ed assistenziale. 

In particolare l’ art 152 disp. att. cpc è stato profondamente innovato dall’art. 38 comma 1, lett. b), n. 2) del D.L. 6 luglio 2011, n. 98 (coordinato con la L. di conversione 15 luglio 2011, n. 111), stabilendo che: “Le spese, competenze ed onorari liquidati dal giudice nei giudizi per prestazioni previdenziali non possono superare il valore della prestazione dedotta in giudizio. A tal fine la parte ricorrente, a pena di inammissibilità del ricorso, formula apposita dichiarazione del valore della prestazione dedotta in giudizio, quantificandone l'importo nelle conclusioni dell'atto introduttivo”. 

Premesso ciò si rendono necessarie alcune brevi considerazioni.

Per la S.C. i compensi di un ATPO per indennità di accompagnamento vanno liquidati in € 2.225,00 oltre spese generali (Cassazione, ordinanza 27011/2017)


Con decreto di omologa dell'accertamento del requisito sanitario, il Tribunale di Forlì liquidava le spese del procedimento in favore del ricorrente nella complessiva somma di euro 7.795,00 oltre accessori di legge, ponendo le stesse a carico dell'INPS unitamente a quelle in favore del CTU;

Ricorreva l'INPS in Cassazione lamentando la violazione dei parametri fissati dal D.M. n.55/2014.

Secondo la Cassazione, il valore della causa è compreso tra euro 5.200 ed euro 26.000,00 (due annualità della prestazione indennità di accompagnamento), ed i parametri medi stabiliti per tale scaglione — tenuto conto di tutte le fasi previste dal citato DM n. 55/2014, ovvero tre per il procedimento di istruzione preventiva — conducono ad una determinazione delle spese pari ad euro 2225,00;

Per questo motivo la Corte accogliendo il ricorso dell'INPS, cassava il provvedimento impugnato in relazione al capo concernente la liquidazione delle spese e, decidendo nel merito, ha determinato le spese del procedimento per ATP in complessivi euro 2225,00, oltre accessori come per legge.

Ringrazio l'amico e collega avv. Marco Aquilani del foro di Viterbo per aver condiviso questo utilissimo provvedimento giurisdizionale


mercoledì 6 dicembre 2017

Importantissimo risultato conseguito dal nostro studio: Il supplemento di pensione non va liquidato dalla domanda amministrativa ma retrodatato a 5 anni dalla decorrenza della pensione originaria (Tribunale Napoli Nord, Sentenza n° 2572/2017)


Allego un interessantissimo precedente giudiziario del Tribunale di Napoli Nord, G.L. dott. Marco Bottino, reso in un giudizio patrocinato dal nostro studio.

Nel caso specifico si controverteva sulla liquidazione di un supplemento di pensione ex art. 7 L. 155/1981 (che può essere richiesto da coloro che continuano a lavorare e versare contributi dopo il pensionamento).

Sino ad oggi l'INPS ha arbitrariamente applicato l'ingiustificata prassi di provvedere alla liquidazione solo a decorrere dalla domanda amministrativa, non retrodatando ai 5 anni dalla pensione principale, come invece prevede in maniera cristallina la normativa invocata.

Il G.L. sulla base delle deduzioni in ricorso e delle note autorizzate prodotte del nostro studio, accogliendo totalmente la domanda, ha riconosciuto il diritto al supplemento di pensione precisamente dopo 5 anni dalla decorrenza della pensione originaria, condannando l'INPS al pagamento dei relativi ratei.

Per ovvia strategia processuale, pubblichiamo l'allegato provvedimento solo dopo la decorrenza dei 30 giorni dalla notifica del titolo al procuratore costituito ai fini della decorrenza del termine breve per l'impugnazione.

Carmine Buonomo