martedì 26 dicembre 2017

Tabelle 2018 importi pensioni / limiti di reddito (Circolare INPS n° 186 del 21/12/17)

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Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell'inflazione e del costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche.


Per il 2018 importi delle provvidenze e limiti reddituali sono stati fissati dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell'INPS con Circolare n° 186 del 21/12/2017.

Con l'aumento dell'inflazione, gli importi delle prestazioni tornano a crescere dell'1,1% rispetto al 2017.

A seguire le tabelle, liberamente scaricabili in formato .pdf


Carmine Buonomo






martedì 12 dicembre 2017

Finalmente la Cassazione limita, di fatto, la possibilità per il giudice di compensare integralmente le spese di lite in caso di spostamento della decorrenza (Cassazione, ordinanza n° 24956/2017)


Già in tempi non sospetti (si veda questo mio articolo al seguente LINK) ebbi modo di affrontare l'argomento della compensazione delle spese di lite in caso di spostamento della decorrenza, prospettando una semplicissima soluzione che, a mio avviso, ci avrebbe aiutati a risolvere definitivamente il problema.

La compensazione integrale delle spese di giudizio nel caso di spostamento della decorrenza dello stato invalidante, com’è noto, trae origine da un orientamento giurisprudenziale della Cassazione. 

In particolare, la motivazione addotta nella quasi totalità dei suddetti provvedimenti è, in linea di massima, la seguente: “l’insorgere del diritto nel corso del giudizio induce a compensare le spese di lite (cfr. Cass. Sez. 6 - L, Ordinanza n. 7307 del 30/03/2011)”. 

E’ importante sottolineare, però, nel luglio 2011 il legislatore è intervenuto sui criteri di liquidazione dei compensi nelle controversie di natura previdenziale ed assistenziale. 

In particolare l’ art 152 disp. att. cpc è stato profondamente innovato dall’art. 38 comma 1, lett. b), n. 2) del D.L. 6 luglio 2011, n. 98 (coordinato con la L. di conversione 15 luglio 2011, n. 111), stabilendo che: “Le spese, competenze ed onorari liquidati dal giudice nei giudizi per prestazioni previdenziali non possono superare il valore della prestazione dedotta in giudizio. A tal fine la parte ricorrente, a pena di inammissibilità del ricorso, formula apposita dichiarazione del valore della prestazione dedotta in giudizio, quantificandone l'importo nelle conclusioni dell'atto introduttivo”. 

Premesso ciò si rendono necessarie alcune brevi considerazioni.

Per la S.C. i compensi di un ATPO per indennità di accompagnamento vanno liquidati in € 2.225,00 oltre spese generali (Cassazione, ordinanza 27011/2017)


Con decreto di omologa dell'accertamento del requisito sanitario, il Tribunale di Forlì liquidava le spese del procedimento in favore del ricorrente nella complessiva somma di euro 7.795,00 oltre accessori di legge, ponendo le stesse a carico dell'INPS unitamente a quelle in favore del CTU;

Ricorreva l'INPS in Cassazione lamentando la violazione dei parametri fissati dal D.M. n.55/2014.

Secondo la Cassazione, il valore della causa è compreso tra euro 5.200 ed euro 26.000,00 (due annualità della prestazione indennità di accompagnamento), ed i parametri medi stabiliti per tale scaglione — tenuto conto di tutte le fasi previste dal citato DM n. 55/2014, ovvero tre per il procedimento di istruzione preventiva — conducono ad una determinazione delle spese pari ad euro 2225,00;

Per questo motivo la Corte accogliendo il ricorso dell'INPS, cassava il provvedimento impugnato in relazione al capo concernente la liquidazione delle spese e, decidendo nel merito, ha determinato le spese del procedimento per ATP in complessivi euro 2225,00, oltre accessori come per legge.

Ringrazio l'amico e collega avv. Marco Aquilani del foro di Viterbo per aver condiviso questo utilissimo provvedimento giurisdizionale


mercoledì 6 dicembre 2017

Importantissimo risultato conseguito dal nostro studio: Il supplemento di pensione non va liquidato dalla domanda amministrativa ma retrodatato a 5 anni dalla decorrenza della pensione originaria (Tribunale Napoli Nord, Sentenza n° 2572/2017)


Allego un interessantissimo precedente giudiziario del Tribunale di Napoli Nord, G.L. dott. Marco Bottino, reso in un giudizio patrocinato dal nostro studio.

Nel caso specifico si controverteva sulla liquidazione di un supplemento di pensione ex art. 7 L. 155/1981 (che può essere richiesto da coloro che continuano a lavorare e versare contributi dopo il pensionamento).

Sino ad oggi l'INPS ha arbitrariamente applicato l'ingiustificata prassi di provvedere alla liquidazione solo a decorrere dalla domanda amministrativa, non retrodatando ai 5 anni dalla pensione principale, come invece prevede in maniera cristallina la normativa invocata.

Il G.L. sulla base delle deduzioni in ricorso e delle note autorizzate prodotte del nostro studio, accogliendo totalmente la domanda, ha riconosciuto il diritto al supplemento di pensione precisamente dopo 5 anni dalla decorrenza della pensione originaria, condannando l'INPS al pagamento dei relativi ratei.

Per ovvia strategia processuale, pubblichiamo l'allegato provvedimento solo dopo la decorrenza dei 30 giorni dalla notifica del titolo al procuratore costituito ai fini della decorrenza del termine breve per l'impugnazione.

Carmine Buonomo 

martedì 28 novembre 2017

Materiale didattico ed utility per CTU medico-legali


Ringrazio per la predisposizione e la diffusione del seguente materiale il portale MedPress.it e gli amici e colleghi Emiliano Amadore e Domenico Raffaele Addamo, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell'Associazione Previdenzialisti Pattesi.

I video tutorial:


Il materiale didattico:


Carmine Buonomo

Per il Tribunale di Roma la mancata spunta di una delle condizioni di non autosufficienza è ininfluente ai fini del diritto all'indennità di accompagnamento



Articolata ordinanza del dott. Antonio Luna, Presidente della Prima Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, sull'annosa questione della modalità di presentazione della domanda di indennità di accompagnamento: la mancata spunta, sul certificato medico telematico, di una delle due condizioni di non autosufficienza è ininfluente.

Ringrazio l'amica e collega avv. Maria Paola Monti, amministratrice della pagina Facebook "Previdenzialisti Romani" per aver condiviso questo interessante provvedimento.

Carmine Buonomo

martedì 21 novembre 2017

Dichiarata l'incostituzionalità dell'obbligo di dichiarazione di valore ex art. 152 disp. att. cpc (Corte Costituzionale, Sentenza n° 241/2017)


E' incostituzionale l'obbligo, previsto a pena di inammissibilità del ricorso, della dichiarazione di valore della prestazione dedotta in giudizio, sancita dall'art. 152 disp. att. cpc come modificato dall’art. 38, comma 1, lettera b), n. 2, del D.L. n. 98/2011.

Ringrazio l'amico avv. Alessio D'Aniello ed il collega Francesco Giglio Brady (tramite la nostra pagina Facebook) per la preziosissima segnalazione.

Al seguente LINK è possibile consultare il testo integrale del provvedimento, inserendo gli estremi 2017 (anno) e 241 (numero).

Carmine Buonomo

mercoledì 15 novembre 2017

Perequazione delle pensioni: il NO definitivo della Corte Costituzionale



Come ipotizzavamo da tempo, è stato dichiarato costituzionalmente legittimo il cd D.L. Poletti (D.L. 65/2015), ovvero il provvedimento di attuazione della famosissima sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 in tema di perequazione delle pensioni. 

In sintesi, ai pensionati non spetta null’altro che l’elemosina, pardon, l’ “una tantum” prevista dallo stesso Decreto Legge ed erogata nell’anno 2015.
E a chi ci chiedeva perchè, nonostante le centinaia e centinaia di richieste, non abbiamo mai voluto patrocinare nemmeno un giudizio in tal senso, ora possiamo rispondere con un piccolo velo di soddisfazione... noi lo avevamo previsto!!!!


Carmine Buonomo

venerdì 27 ottobre 2017

Il giudizio per i benefici connessi all'iscrizione nelle liste di collocamento va proposto con rito ordinario (Tribunale di Napoli Nord, decreto del'11/07/2017)

Per il Tribunale di Napoli Nord, il giudizio avente ad oggetto il riconoscimento dei benefici connessi all'iscrizione delle liste di collocamento, non rientra nell'ambito di applicazione dell'ATPO ex art. 445 bis cpc.

A questo punto, però, ci chiediamo a quali tipologie di giudizi faccia riferimento la voce "DISABILITA' " espressamente indicata tra le controversie per cui si procede con l'ATPO ex art 445-bis cpc.

Alla Cassazione, l'ardua Sentenza....

Carmine Buonomo

giovedì 19 ottobre 2017

Illegittimità blocco indiscriminato delle prestazioni assistenziali ex L. 92/2012 (Ord. Tribunale Marsala del 17/07/17)


Allego un'interessantissima ordinanza ex art. 700 c.p.c., gentilmente trasmessami dal collega avv. Erasmo Foraci del foro di Caltagirone, ed emessa in un giudizio da lui patrocinato avverso un blocco arbitrario di prestazioni assistenziali da parte dell'INPS.

Il ricorrente  è stato rappresentato nel giudizio in oggetto dal protutore, in quanto condannato all'ergastolo per il reato di cui all'art. 416 bis c.p. ed attualmente sconta la pena al proprio domicilio per incompatibilità al regime carcerario.

Lo stesso è titolare di pensione per cieco civile e di indennità di accompagnamento.

L'Inps ha operato il blocco arbitrario applicando La L. n° 92 del 28 giugno 2012.

L'Inps con messaggio datato 5 giugno 2017 n. 2302, ha arbitrariamente proceduto alla sospensione di tutte le prestazioni assistenziali in capo ai soggetti ricadenti delle fattispecie di cui al comma 58 dell'art. 2 L. n. 92/2012 (sentenza di condanna per reati di cui agli artt. 270 bis, 280,289 bis, 416 bis, 416 ter e 422 c.p.).

La sospensione ad nutum operata dall'INPS è da considerarsi illegittima e contra legem, in quanto l'istituto arbitrariamente ha proceduto in via cautelare, sparando nel mucchio, senza alcuna verifica previa delle prestazioni assistenziali in questione, riguardo a decorrenza e tipologia delle stesse.

giovedì 28 settembre 2017

Avvocati, Cassa Forense e Gestione Separata Inps


Il 2011 è stato un anno ferale per l’avvocatura italiana.

Prima la normativa che ha previsto l’obbligatorietà, a partire dal 2012, del pagamento contributivo alla Cassa Forense - pena cancellazione - per tutti gli avvocati iscritti nel relativo albo.
Poi, come se non bastasse, arriva anche l’Inps che, per far cassa, con l’operazione "Poseidon" ha deciso improvvisamente di iscrivere d’ufficio alla gestione separata ed a chiedere i contributi per i 5 anni precedenti ad una platea sterminata di professionisti (avvocati in primis) che in quel periodo avevano prodotto un fatturato irrisorio e non erano obbligati ad iscriversi alla relativa Cassa. 
Il risultato è stato che gli avvocati (soprattutto i piú giovani), già stremati dalla devastante crisi economica, sono stati costretti a fronteggiare contemporaneamente sia gli ingenti contributi alla Cassa per l’annualità in corso sia le sempre piú gravose richieste economiche Inps per le annualità precedenti.
E questa "aggressione previdenziale", puntualmente, si è ripetuta anno per anno...
Corollario di questo paradosso tutto Italiano e che numerosissimi amici e colleghi, stremati dal carico contributivo e fiscale oramai insostenibile, e sfiancati dai guadagni ridotti all’osso, sono stati tristemente costretti ad abbandonare la toga per cercare altre strade. 
In tutti questi anni i COA italiani si sono dimostrati sordi alle disperate richieste di aiuto degli avvocati.
Solo la tenacia, la preparazione e la voglia di combattere di tanti grandi - singoli- colleghi, hanno fatto si che il piccolo Davide potesse opporsi con veemenza al gigante Golia.
Noi avvocati previdenzialisti, negli ultimi anni abbiamo affiancato numerosi amici e colleghi in contenziosi contro l’Inps avverso questa vessatoria operazione.
Alcuni giudizi si sono chiusi favorevolmente per prescrizione (quinquennale) del diritto dell’inps a chiedere il pagamento contributivo; altri, dove l’istituto è stato piú tempestivo, la magistratura è entrata nel merito e dopo un primo grado a noi favorevole, l’Inps ha proposto appello (che durerà svariati anni) e probabilmente arriverà anche in Cassazione.
Nel corso degli anni anche alcune amiche e colleghe particolarmente valide (solo per citarne alcune Rosaria Artellino, Caterina Granata, Ilaria Gadaleta, etc) tra le altre attività, hanno creato dei gruppi di discussione FB (primo tra tutti “Avvocati: no gestione separata INPS!”) dove aggiornano passo passo i colleghi italiani sullo sviluppo della guerra al colosso previdenziale e condividono materiale normativo, giurisprudenziale, etc utile alle singole battaglie.

venerdì 22 settembre 2017

Corso gratuito sul Diritto Previdenziale ed Assistenziale - Aversa e Frattamaggiore (Na) - Ottobre e Novembre 2017

Allego locandina dell'interessantissimo ciclo di seminari gratuiti sul Diritto Previdenziale ed Assistenziale, il cui primo incontro (05/10) si terrà ad Aversa presso la sede UIF Napoli Nord ed i successivi due (29/10 e 03/11) a Frattamaggiore presso il GdP di Frattamaggiore. 

Il progetto è nato dalla sinergia delle Associazioni UIF NAPOLI NORD, DìKE e MOVIMENTO AUTONOMO AVVOCATI TELEMATICI.

Parleremo di diritto sostanziale, fase giudiziale nonchè di PCT ed invio di atti relativi al processo previdenziale (ricorso ex art. 445-bis cpc, dichiarazione dissenso, etc).

Carmine Buonomo

La compensazione automatica dei crediti/debiti da parte dell'INPS è ammissibile sono in casi tassativamente previsiti (Cassazione, Sez. Lavoro, n° 16448/2011)




In caso di compresenza di debiti e crediti, l'INPS può effettuare la compensazione impropria, la quale presuppone che i rispettivi crediti e debiti abbiano origine da un unico rapporto; in simile caso la valutazione delle reciproche pretese implica solo un accertamento contabile.


Per poter invece effettuare la compensazione propria, devono coesistere le condizioni legittimanti la compensazione legale ex art. 1243 c.c, e precisamente l'omogeneità delle obbligazioni, la liquidità ed esigibilità di ciascun credito e la derivazione da titoli diversi. 

Inoltre, per quanto riguarda i soli indebiti previdenziali (e non anche quelli assistenziali), il recupero è consentito esclusivamente mediante trattenute sulle pensioni, in via di compensazione, con il duplice limite che la somma trattenuta non superi 1/5 della pensione e che sia comunque fatto salvo il trattamento minimo.

In tema di compensazione legale e giudiziale si veda anche questa recente sentenza della Cassazione a S.S.U.U.


Carmine Buonomo

A seguire lo svolgimento del giudizio ed i motivi della decisione.

giovedì 31 agosto 2017

Procura alle liti aggiornata alla L. 124/2017

Ritenendo di fare cosa gradita, posto facsimile di procura alle liti integrata con le nuove disposizioni normative introdotte dalla Legge sulla concorrenza in tema di preventivo scritto obbligatorio e polizza assicurativa.
Buon lavoro a tutti.


Carmine Buonomo



martedì 29 agosto 2017

Facsimile preventivo obbligatorio con il cliente (giudizio ex art. 445-bis cpc)

Il costo della prestazione professionale d’ora in poi andrà scritto nero su bianco. È una novità, un passo importante verso la trasparenza, destinato a cambiare la prassi nei rapporti tra utenti e avvocati.

Da oggi, martedi 29/08/2017, primo giorno di entrata in vigore della legge 124/2017, scattano infatti le nuove regole, e il preventivo per la prestazione, dettagliato, deve essere «obbligatoriamente, in forma scritta o digitale» da far sottoscrivere espressamente al cliente.

Di seguito il testo dell’art. 13 co. 5, L. n. 247/2012 (Legge Professionale) così come modificato dal DDL Concorrenza che entra in vigore oggi 29 agosto 2017 «Il professionista è tenuto, nel rispetto del principio di trasparenza, a rendere noto al cliente il livello della complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico; è altresì tenuto a comunicare in forma scritta a colui che conferisce l’incarico professionale la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale».

Ritenendo quindi di fare cosa gradita ai miei follower, ho provveduto a predisporre un facsimile di contratto con il cliente per l'ipotesi specifica di controversia ex art. 445 bis cpc (ATPO).

Inutile dire che l'atto è generico e solo indicativo, ed andrà personalizzato in base alle specifiche esigenze; inoltre non mi assumo alcuna responsabilità per quanto scritto nello stesso.

Chi decide di utilizzarlo lo fa a propria responsabilità, rischio e pericolo.

Carmine Buonomo

venerdì 25 agosto 2017

Il ricorso per ATPO di accertamento dell'handicap è ammissibile anche se non indica i benefici cui è finalizzato (Tribunale Lamezia Terme, Sezione Lavoro, ordinanza 26 luglio 2017)



Ringrazio in primis l'avv. Davide Tarsitano per la condivisione di questa significativa pronuncia su un argomento particolarmente controverso e di cui non è facile reperire documentazione nelle raccolte giurisprudenziali o in rete ed in secundis l'amico e collega avv. Marco Aquilani per averla pubblicata sul proprio sito internet.

L'accertamento dello stato di handicap (grave o meno) va ricondotto all'ipotesi di domanda finalizzata al conseguimento di "benefici diversi da quelli previsti da altre norme", per cui la relativa pretesa integra un'azione non di mero accertamento della condizione invalidante (quale elemento frazionistico di fattispecie), bensì finalizzata al riconoscimento di uno status (quello di persona portatrice di handicap) funzionale all'attribuzione di un complesso di situazioni giuridiche soggettive attive.

Il tutto ha come conseguenza che non vi sono motivi ostativi a che questa non ottenuta in sede amministrativa sia, come negli altri casi, sottoposta a tutela giurisdizionale dinanzi al giudice ordinario per siffatte controversie, dove l'unico soggetto legittimato a contraddire su domande fondate sul disposto di cui all'art. 3 della legge n°104/1992 è l'INPS. (Massima non ufficiale).

Nel caso specifico L'Inps si era costituito in giudizio eccependo l'inammissibilità dell'azione, in quanto da qualificarsi quale mero accertamento, all'uopo richiamando e producendo un recente provvedimento del Tribunale di Lodi.

Probabile che la circostanza si sia ripetuta anche dinanzi altri tribunali e che tale eccezione dell'Inps possa essersi rivelata particolarmente insidiosa, non essendo reperibile nulla sull'argomento nelle raccolte giurisprudenziali o in rete.

Il GL dopo avere invitato le parti a precisare la domanda si era riservato.

All'esito della riserva, il GL rigettava l'eccezione dell'INPS ritenendo ammissibile la domanda per le motivazioni qui riprodotte.

A seguire il testo completo del provvedimento.

lunedì 31 luglio 2017

Invalidità civile: reddito di riferimento calcolato per competenza (Messaggio INPS n° 3098/2017)

Nella verifica dei redditi per la liquidazione delle prestazioni di invalidità civile i pagamenti arretrati soggetti a tassazione separata non devono più essere computati sulla base del principio di cassa, cioè nel loro importo complessivo, ma sulla base dei ratei maturati in ciascun anno di competenza. 

Lo specifica l'Inps nel messaggio 3098/2017, nel quale l'Istituto si adegua all'orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (sentenza n. 12796/2005).

Da tale pronuncia è derivato il successivo intervento adeguatore dell'INPS che, acquisito il parere favorevole del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nel suo messaggio ha stabilito, che nel computo dei redditi in tema di liquidazione delle prestazioni di invalidità civile gli arretrati siano calcolati non nel loro importo complessivo, ma sulla base dei ratei maturati in ciascun anno di competenza.


martedì 25 luglio 2017

Non ricorribile in Cassazione il provvedimento che nega l'accertamento sanitario nelle cause previdenziali, potendo la parte presentare ricorso nel merito ex art. 442 cpc (Cassazione, sent. n° 5338/2014)


In considerazione degli innumerevoli (ed in alcuni casi particolarmente fantasiosi) provvedimenti di alcuni Tribunali campani che stanno negando l'accertamento sanitario nei giudizi di ATPO, ho ritenuto utile ricordare questa interessantissima pronuncia secondo cui, in tali deprecabili ipotesi, la parte è legittimata a presentare il successivo ricorso nel merito (Cassazione, sent. n° 5338/2014).

Se è vero che il giudizio ex art. 442 cpc verrà automaticamente assegnato dal sistema telematico allo stesso magistrato che ha già negato in prima battuta l'accertamento sanitario (e che, con molta probabilità, rigetterà anche questo), è altrettanto vero che la sentenza emessa sarà soggetta agli ordinari mezzi di impugnazione che potranno definire una volta per tutte i relativi orientamenti giurisprudenziali.

A seguire il relativo provvedimento, liberamente scaricabile in formato PDF


Al seguente LINK, invece, troverete un interessantissimo articolo sull'argomento scritto dal fraterno amico e collega avv. Nino Irollo, Presidente UIF Napoli Nord

Carmine Buonomo


giovedì 20 luglio 2017

Candidatura elezioni instaurando Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli Nord


A seguito dell’assemblea dei soci della Uif Napoli Nord tenutasi martedì 18 luglio 2017, è emersa forte tra gli associati la necessità di una rappresentanza nel costituendo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord.

Tale necessità risulta evidente laddove si guarda alla tragica situazione in cui versano gli uffici dei GDP del circondario e del Tribunale di Napoli Nord, con particolare attenzione alla Sezione Lavoro ed Esecuzioni Civili, che impediscono all’avvocato di svolgere la sua funzione sociale in modo dignitoso.

Il direttivo distrettuale dell’Unione Italiana Forense della Corte di Appello di Napoli, riunitosi in data 19 luglio 2017, ha indicato quali propri rappresentanti, autorizzandoli a presentare la propria candidatura per l’instaurando COA di Napoli Nord, gli avv.ti Carmine Buonomo, Nino Irollo e Ambrogio Coppola

Seguiranno nei prossimi giorni ulteriori aggiornamenti proseguendo nella trasparenza ed apertura  da sempre dimostrati in questi anni dalla UIF NAPOLI NORD.

mercoledì 19 luglio 2017

Il Tribunale di Torino rigetta l'opposizione con cui l'Inps lamenta omissioni nella compilazione e/o produzione in giudizio del certificato medico on line (Tribunale Torino, sentenza n. 1456/2017)


Nel procedura conclusasi con la sentenza in esame, l'Inps aveva contestato l'incompletezza del ricorso per Atp per mancata allegazione della domanda amministrativa e del certificato medico, nei quali fosse specificatamente individuata la prestazione dell'indennità di accompagnamento.
Il Tribunale di Torino ha rigettato l'opposizione, rilevando che:
- lo stesso verbale di accertamento medico fornisce sufficiente riscontro dell'esistenza, a monte, di una domanda amministrativa di invalidità civile;
- la sussistenza di certificato medico attestante la presenza di una delle condizioni di disautonomia ai fini dell'indennità di accompagnamento, può desumersi dal contenuto dello stesso accertamento medico effettuato dalla Commissione, la quale peraltro ha il dovere di invitare l’interessato a regolarizzare la propria istanza qualora ne riscontrasse l'incompletezza;
- l'Inps non può lamentare che, in assenza di apposite specificazioni nel certificato medico,il modulo di domanda si limiti ad indicare come oggetto l"invalidità civile", perché si tratta di modulo predisposto dallo stesso Istituto;
- nel caso di richiedente ultrasessantacinquenne, si desume che la prestazione ambita può essere solo l'indennità di accompagnamento.
Ringrazio in primis l'avv. Salvatore Morrone e la d.ssa Emanuela Morrone del Foro di Torino per la gentile disponibilità nell'aver condiviso questa significativa pronuncia ed in secundis l'amico e collega avv. Marco Aquilani del Foro di Viterbo per averla pubblicata sul suo sito Internet (LINK).
A seguire la massima non ufficiale ed il testo integrale del provvedimento.

Deve essere riconosciuto il diritto all'indennità di accompagnamento anche quando la necessità dell'aiuto di terzi non si manifesti continuamente nel corso della giornata (Cassazione, ordinanza n° 2600/2017)


L'indennità di accompagnamento è una prestazione del tutto peculiare, in cui l'intervento assistenziale è rivolto principalmente a sostenere il nucleo familiare onde incoraggiare a farsi carico dei suddetti soggetti, evitando così il ricovero in istituti di cura e assistenza, con conseguente diminuzione della relativa spesa sociale. 


La nozione di incapacità di compiere autonomamente le comuni attività del vivere quotidiano con carattere continuo comprende anche le ipotesi in cui la necessità di far ricorso all'aiuto di terzi si manifesta nel corso della giornata ogni volta che il soggetto debba compiere una determinata attività della vita quotidiana per la quale non può fare a meno dell'aiuto di terzi, per cui si alternano momenti di attesa, qualificabili come di assistenza passiva, a momenti di assistenza attiva.

In sostanza, quando l'impedimento non è emendabile con cure appropriate, il bisogno di assistenza è "permanente" e "continuo", anche se fa necessità dell'aiuto di terzi si manifesta periodicamente a distanza di tempo nel corso della giornata, per cui si alternano momenti di assistenza attiva a momenti di attesa, qualificabili come di assistenza passiva".

Carmine Buonomo


giovedì 13 luglio 2017

E' ammissibile il provvedimento di correzione dell'errore materiale anche quando l'errore stesso è stato provocato dal difensore (Ordinanza Tribunale Napoli)

Su gentile concessione dell'amico e collega avv. Massimo Mazzucchiello, ho il piacere di pubblicare la famosa ordinanza del 2008 del Tribunale di Napoli, G.L. d.ssa Santulli, con cui fu disposta la C.E.M. sebbene l'errore non fosse dipeso dal giudice ma da una mera disattenzione del difensore nella redazione del ricorso.
Una piccola curiosità: nella suddetta istanza, il collega Mazzucchiello si rifece ad una pronuncia della Cassazione in materia di errori di trascrizioni nei Registri Immobiliari provocati dall'avvocato nell'atto di citazione per uso trascrizione domanda pendente.

Carmine Buonomo


martedì 4 luglio 2017

Sclerosi multipla: scala EDSS per la percentualizzazione del grado di invalidità civile


La scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) trova ampio uso come strumento per misurare e valutare le caratteristiche cliniche dei pazienti affetti da sclerosi multipla. È inoltre uno strumento ampiamente accettato negli studi clinici, ad esempio per valutare l’effetto di trattamenti sulla progressione della malattia.

La scala EDSS è stata sviluppata negli anni Cinquanta dal dottor John Kurtzke per misurare lo stato di invalidità delle persone affette da sclerosi multipla. L’intento è stato quello di creare un approccio obiettivo per quantificare il livello di disabilità. La scala è stata poi modificata più volte per renderla più efficace nel descrivere le caratteristiche cliniche dei pazienti. La scala ha preso quindi il suo nome definito di Expanded Disability Status Scale (EDSS).


Il punteggio EDSS totale (vedi la Tabella) viene determinato da due fattori: la capacità di deambulazione e i punteggi relativi ad otto sistemi funzionali. Infatti, viene utilizzata una sotto-scala che valuta lo stato funzionale di alcuni sistemi funzionali che sono variabilmente colpiti dalla malattia.
Sistemi funzionali

Gli otto sistemi funzionali 
Piramidale (funzionale motorio) 
Cerebellare 
Tronco encefalico 
Sensitivo 
Sfinterico 
Visivo 
Cerebrale 
Altri 

A ciascun sistema funzionale viene dato un punteggio di crescente gravità (da 1 a 5). La categoria “Altri” non riceve un punteggio numerico, ma dà indicazioni su un problema particolare, ad esempio la perdita di capacità deambulatoria.

Punteggio EDSS

mercoledì 28 giugno 2017

Modello diffida Poste / Banche per prelevare somme nell'interesse del minore senza autorizzazione del Giudice Tutelare

In considerazione delle numerosissime segnalazioni pervenute da parte di genitori di minori beneficiari di prestazioni assistenziali che si vedono negare il diritto a compiere in autonomia gli atti di gestione sul c/c intestato ai propri figli, e facendo seguito all'articolo pubblicato QUI, nella speranza di fare cosa gradita posto un facsimile di diffida da inoltrare all'Ufficio Postale / Banca che persevera nell'atteggiamento ostruzionistico.

Carmine Buonomo

Non serve l’autorizzazione del Giudice tutelare per l'apertura e la gestione (versamenti e prelievi) di un conto corrente intestato al minore beneficiario dell’indennità di accompagnamento o di frequenza (Messaggio INPS n° 3606/2014)

L'INPS con il messaggio n. 3606 del 26 marzo 2014 ha chiarito definitivamente che non serve alcuna autorizzazione da parte del Giudice Tutelare sia per l'apertura che per la successiva gestione (prelievi e versamenti) di un conto corrente intestato al minore beneficiario di prestazioni assistenziali

Le indennità di accompagnamento o di frequenza, infatti, sono gestite direttamente da chi esercita la potestà genitoriale per l’assistenza e la cura del minore, in quanto sono da qualificarsi quali atti di ordinaria amministrazione, ai sensi dell’art. 320, comma 1 del codice civile. 

Questi chiarimenti si sono resi necessari a seguito di numerose difficoltà riscontrate da molti cittadini nell’apertura e/o nella gestione di conti correnti o libretti nominativi intestati a minori destinatari di prestazioni assistenziali.

Ciò premesso, l’INPS ci ha tenuto a precisare che le operazioni relative all’accredito dell’indennità di frequenza o dell’indennità di accompagnamento sono da qualificarsi quali atti di ordinaria amministrazione; pertanto, non richiedono alcuna autorizzazione da parte del Giudice tutelare. 

Tali indennità, infatti, sono gestite direttamente da coloro che esercitano la potestà genitoriale per l’assistenza e la cura del minore. 

Si tratta, in concreto, di somme a scadenza periodica che non costituiscono proventi da lavoro del minore e non rientrano nel concetto di capitale di cui all’art. 320 del codice civile, che riguarda somme incassate una tantum e destinate a produrre frutti nel lungo periodo.

Ne consegue, quindi, che il rappresentante legale del minore ha facoltà di compiere, senza specifica autorizzazione da parte del giudice, tutti i singoli atti necessari per percepire gli importi spettanti, compresa l’apertura e la gestione di un conto corrente intestato al minore beneficiario della prestazione. 

Analogo discorso va fatto nel caso di riscossione di eventuali ratei arretrati delle indennità in oggetto, non incidendo le modalità di erogazione dell’indennità sulla natura giuridica della stessa.

Ad avviso di chi scrive il comportamento ostruzionistico tenuto dagli Istituti di credito integra in toto i reati di APPROPRIAZIONE INDEBITA (art. 646 c.p.) e di RIFIUTO E/O OMISSIONE DI ATTI D'UFFICIO (art. 328 c.p.) e come tale va immediatamente denunciato (LINK AL MODELLO DI DIFFIDA)

venerdì 12 maggio 2017

Successivamente all'emissione del decreto di omologa non e' possibile far valere la discordanza tra la bozza e la CTU (errata) con un'istanza CEM

Qualora il requisito sanitario sia stato definitivamente cristallizzato nel decreto di omologa, la discordanza tra la bozza e la versione definitiva (ma errata) della CTU non può essere emendata con una istanza di correzione dell'errore materiale (Tribunale Napoli Nord, G.L. d.ssa Stefania Coppo).

Ringrazio il collega ed amico avv. Luigi Merolla per l'interessantissimo provvedimento inviatomi.

Carmine Buonomo

giovedì 27 aprile 2017

Prestazioni assistenziali collegate a limiti reddituali: la casa non e' più reddito (Circolare Inps n° 74/2017)



La casa di abitazione non potrà più essere considerata reddito, nella concessione delle prestazioni di invalidità civile, sordità e cecità: lo ha stabilito la circolare n.74 del 21 aprile 2017, modificando il criterio per la concessione delle prestazioni stesse, “alla luce del consolidato orientamento giurisprudenziale”.
 
Così si legge nella circolare: “Facendo leva sul combinato disposto degli articoli 12 della legge 30 marzo 1971 n. 118 e 26 della legge 30 aprile 1969 n. 153, la Corte di Cassazione ha stabilito che il reddito della casa di abitazione debba considerarsi non influente ai fini del riconoscimento del diritto alle prestazioni di invalidità civile, cecità civile e sordità”. 

E fornisce, l'Istituto, le istruzioni necessarie ai cittadini e alle sedi Inps, affinché siano rese operative queste nuove disposizioni. 

Nel dettaglio, “dal computo del reddito ai fini del riconoscimento delle prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità deve essere escluso quello della casa di abitazione. 

Con decorrenza 1° gennaio 2017, il reddito da casa di abitazione è pertanto da considerarsi escluso ai fini del diritto alle prestazioni d’invalidità civile, cecità e sordità sia in fase di prima liquidazione che di ricostituzione di prestazione già esistente. 

Gli arretrati saranno riconosciuti con decorrenza dalla medesima data”.


mercoledì 19 aprile 2017

Ripristino delle prestazioni assistenziali a seguito di reiezione, revoca o sospensione dovute al venir meno del requisito economico (Messaggio INPS n° 1487/2017)

Con il Messaggio in oggetto, la Direzione centrale per il sostegno alla non autosufficienza, invalidità civile ed altre prestazioni dell’INPS ha dettato istruzioni alle sedi periferiche in ordine alla problematica del ripristino delle prestazioni economiche assistenziali a seguito di reiezione, revoca o sospensione dovute al venire meno del requisito economico.

Partendo dalla considerazione dell’autonomia dell’accertamento sanitario rispetto alla veridica dei requisiti socio-economici, l’INPS ha chiarito che in caso di perdita della prestazione assistenziale (assegno, pensione) a seguito del venir meno del requisito economico, il suo successivo perfezionamento (rispetto soglia reddito) determina la possibilità di riattivare la prestazione attraverso la sola presentazione del modello AP 93, cui va allegato il rituale modello autocertificativo AP70.

In tali casi non vi è necessità di una riapertura del procedimento di verifica sanitaria a meno che il verbale non abbia una data antecedente di più di due anni rispetto a quella della domanda di ripristino.


martedì 11 aprile 2017

Le eccezioni preliminari relative ai presupposti processuali ed alle condizioni dell'azione nell'ATPO rappresentano motivo per formulare dichiarazione di dissenso e proporre il conseguente giudizio di merito (Cass., ordinanza n° 22949/2016)


Procedimento di accertamento tecnico preventivo ai sensi dell'art. 445-bis c.p.c. - eccezione di insussistenza di requisito non sanitario o processuale proposta nell'atto di costituzione - successivamente all'effettuazione dell'accertamento medico è onere per l'Inps di ribadire l'eccezione con la dichiarazione di dissenso e il successivo giudizio di merito (Sintesi non ufficiale).

La dichiarazione di dissenso che la parte deve formulare al fine di evitare l'emissione del decreto di omologa può avere ad oggetto sia le conclusioni cui è pervenuto il c.t.u., sia gli aspetti preliminari che sono stati oggetto della verifica giudiziale e ritenuti non preclusivi dell'ulteriore corso, relativi ai presupposti processuali ed alle condizioni dell'azione; in mancanza di contestazioni, l'accertamento sanitario ratificato con il decreto di omologa diviene definitivo e non è successivamente contestabile, né il decreto ricorribile per cassazione ex art. 111 Cost.

Se invece una delle parti contesti (non solo le conclusioni del c.t.u., ma complessivamente) la possibilità del giudice di ratificare l'accertamento medico, si apre un procedimento secondo il rito ordinario, con onere della parte dissenziente di proporre al giudice, in un termine perentorio, un ricorso in cui, a pena di inammissibilità, deve specificare i motivi della contestazione (Conferma Cass. 8932/2015) - (Massima non ufficiale)

Ringrazio l'amico e collega avv. Marco Aquilani per la preziosa segnalazione.

A seguire il relativo provvedimento, liberamente scaricabile in formato PDF

Carmine Buonomo


giovedì 6 aprile 2017

Le spese generali, in quanto accessori di legge, sono sempre dovute, anche senza espressa menzione nel titolo (Tribunale di S. Maria C.V., Sezione Esecuzioni, RGE 3958/2016)


Allego un interessantissimo precedente del Tribunale di S.Maria Capua Vetere, Sezione Esecuzioni, in cui anche il G.E. dott. Emilio Caputo, sulla scorta delle osservazioni del nostro studio ed abbracciando un consolidato orientamento della Corte di Cassazione, ha insindacabilmente stabilito che le spese generali, in quanto accessori ex lege, sono sempre dovute dal debitore anche senza espressa menzione nel titolo

Carmine Buonomo

mercoledì 5 aprile 2017

Deve escludersi che le voci di non autonomia costituiscano un necessario requisito del certificato medico da allegare alla domanda di indennità di accompagnamento (Tribunale di Napoli Nord, Sentenza n° 233/2017)


In riferimento all'annosa questione dell'indennità di accompagnamento e la spunta delle voci di non autonomia, allego un interessantissimo precedente del dott. Arturo Avolio, G.L. del Tribunale di Napoli Nord in Aversa (Ce), gentilmente messo a disposizione dagli amici e colleghi avv.ti Alessio e Giuseppe D'Aniello.

In conclusione il Giudice ritiene che, in base alla normativa applicabile al caso di specie, deve escludersi che la dicitura "Persona impossibilitata a deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore" oppure " Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita", costituisca un necessario requisito della certificazione medica da allegare alla domanda amministrativa, ove intesa a conseguire il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento, sicché, a maggior ragione, deve escludersi che la allegazione di un certificato medico che tale dicitura contenga possa considerarsi requisito imprescindibile della domanda amministrativa.

Per altri post sul medesimo argomento, vi invito a visitare il seguente LINK .

Carmine Buonomo